 
	La musica è un linguaggio universale (per davvero)
In relazione al contesto e alla funzione le musiche di tutto il mondo si assomigliano, indice del fatto che vengano costruite sulla base di mattoni psicologici comuni a tutta l’umanità
Non è solo un luogo comune, la musica è davvero un linguaggio universale. E ora ne abbiamo le prove. A presentarle sulle pagine di Science è una grande collaborazione internazionale guidata dalla Harvard University, che ha condotto uno degli studi più ampi e completi sulla musica mai effettuati. L’analisi attinge a oltre un secolo di ricerche etnografiche e etnomusicologiche in 315 culture, evidenziando come in relazione a uno stesso contesto o funzione (situazioni formali, incitamento, formule religiose) tutte le musiche del mondo si assomiglino, o per meglio dire conservino tratti comuni.
Gli ideatori dello studio, Samuel Mehr e Manvir Singh, sentivano la necessità di giustificare una delle affermazioni sulla musica più diffuse in assoluto in campo scientifico e non. Che la musica sia un linguaggio universale infatti – sostengono gli autori – non è mai stato dimostrato da nessuno.
Per raggiungere il loro scopo i ricercatori hanno costruito un vasto database etnografico e musicale – che chiamano The Natural History of Song – attingendo a oltre un secolo di ricerche custodite in archivi di etnografia e musicologia: bobine, musicassette, cd e file che riproducono musiche e canzoni provenienti da 315 culture, corredate puntualmente da informazioni quali il contesto in cui ciascuna viene utilizzata, appunti sui cantanti e sull’audience, la durata, l’accompagnamento strumentale, etc. La discografia è stata anche sottoposta a valutazioni di ascolto da parte di esperti e non.
Tirate le somme, quello che i ricercatori hanno concluso è che la musica pervade la vita sociale in modo simile in tutto il mondo. Ciò significa che le musiche preposte a una specifica funzione, per esempio le ninne nanne, hanno caratteristiche comuni in tutte le culture, hanno tratti stereotipati. La stessa cosa vale per le musiche da ballo, le canzoni d’amore o d’incitamento alla guerra.
Aver dimostrato che la musica è davvero un linguaggio universale apre secondo gli autori a nuove prospettive di ricerca in diverse branche del sapere, dall’antropologia alla psicologia alla linguistica. Sostengono che i risultati dimostrino che la cultura umana è costruita su blocchi psicologici comuni ovunque nel mondo, che si traducono in una grammatica musicale – un’idea perorata da tempo da alcuni esperti ma che mai prima d’ora aveva trovato riscontro.
Rimane però ancora più di qualcosa da scoprire: come la mente dell’essere umano sia progettata per creare musica seguendo – come pare – regole non scritte.
Fonte: Wired Ita
 
	
	 
	
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