Scuola Primo Piano

I benefici della musica per adulti ed anziani

Sono sempre più numerosi gli studi e le esperienze che attestano l’utilità dello studio della musica per adulti e anziani.

Oltre al piacere di suonare, cantare e ascoltare musica, i benefici psicofisici sono molteplici :

  • valorizzare la persona nella sua globalità;
  • attivare e mantenere l’interesse per una socialità viva e positiva;
  • mantenere l’autonomia a livello cognitivo, sensoriale e funzionale;
  • migliorare la qualità di vita ;
  • recuperare e/o mantenere delle capacità residue.

Anche chi non ha mai ricevuto un’educazione musicale ha una competenza esperienziale in tutto quello che concerne il campo sonoro-musicale: la conoscenza di canti, il ricordo di eventi sonori per lui significativi, le pratiche sociali inerenti la musica come il ballo, le serenate, i cantastorie, gli strumenti musicali. Questo bagaglio sonoro-musicale che tutti ci portiamo dentro, che ci accompagna, che parla del nostro vissuto, dei sentimenti, della cultura diventa materiale su cui lavorare.

L’adulto è, dunque, considerato una persona ancora ricca di potenzialità, di speranze, di desideri e di bisogni da attivare, conservare, preservare e la musica può essere fonte di godimento, di gioia e di divertimento spontaneo; essa dà un piacere momentaneo che non richiede sforzo di apprendimento né implica preparazione.

Punti importanti

  • gratificazione (aspetto animativo): l’influenza di un clima musicale incoraggia visibilmente l’attività generale, l’espressività e la creatività, aumentando la considerazione di se stessi e l’autostima;
  • aiuto alla memoria (terapia della reminescenza): la musica fa rivivere momenti del passato e aiuta a ristrutturare la nozione del tempo; attraverso l’uso di canzoni e musiche accettate e riconosciute si stimolano i ricordi e le associazioni;
  • apprendimento : la musica facilita l’apprendimento secondo due modalità principali: – il riapprendimento di una destrezza perduta o menomata in seguito a malattie o traumi – l’apprendimento di nuove competenze per compensare quelle perdute o menomate;
  • proiezione (liberazione di emozioni e di tensioni psichiche): la musica può essere un mezzo proiettivo che stimola le libere associazioni e produce la liberazione delle emozioni e dei contenuti inconsci, aiutando l’espressione e la canalizzazione delle pulsioni interne disturbanti; la musica può essere uno strumento proiettivo di induzione e di suggestione, finalizzato ad un cambiamento terapeunico
  • Possibilità di lezioni al mattino

All’interno dell’istituto con la pratica corale, che è certamente una delle attività principali dell’intervento musicoterapeutico, si realizzano momenti di socializzazione e d’informazione culturale. Cantare vecchie canzoni o anche solo brevi frasi crea un’atmosfera gioiosa e distesa, grazie alla quale l’anziano si diverte, si rende più disponibile nei confronti degli altri e partecipa attivamente all’attività di gruppo. Cantare in gruppo rappresenta un’esperienza comunitaria capace di far dimenticare la routine quotidiana, di distogliere la mente dell’anziano dall’essere troppo occupato in tristi preoccupazioni. Cantare fa bene all’apparato respiratorio e a quello digestivo e può influire positivamente sullo stato generale di salute; si aiuterà dunque l’ospite a prendere atto della propria respirazione, alla base della produzione canora, e a coprire il tono muscolare (teso/rilassato) ad essa corrispondente. Spesso il canto, spiega Delicati, è finalizzato al recupero della memoria sonora: il canto è il linguaggio degli affetti, delle emozioni e della memoria, è un mezzo per creare la motivazione al narrare, al raccontare e al raccantarsi. La canzone popolare diventa strumento evocativo che risveglia le memorie affettive legate alle esperienze della vita passata e che fa riaffiorare le emozioni vissute in gioventù. Associare al canto la narrazione, la reminescenza e la conseguente verbalizzazione è un modo che consente alle persone di far luce e di ricostruire la propria vita passata, ma anche presente e futura.

Osservando gruppi di anziani sottoposti a musicoterapia si è notato che lo stimolo ritmico-musicale a volte induce spontaneamente a partecipare alla danza; addirittura molto spesso questi comportamenti sono automatici, infatti sono gli stessi pazienti ad iniziare da soli la danza che li aiuta ad orientarsi nel tempo e nello spazio. Alcune esperienze hanno fatto registrare nei partecipanti cambiamenti d’umore, aumento della fiducia in se stessi, mantenimento o riacquisizione dell’autonomia e superamento dei momenti di solitudine e apatia; inoltre semplici esercizi motori, a tempo di musica, riattivano la circolazione sanguigna, aumentano il tono muscolare e allentano l’irrigidimento.

L’ascolto di musica semplice può inserirsi nella routine quotidiana della vita della residenza, rendendo diversa la giornata. L’ascolto è utilizzato non solo come mezzo di distrazione, ma come momento importante per riavviare l’anziano ad una percezione attenta e globale. L’ascolto è, inoltre, un vero e proprio mezzo per ” l’attivazione delle funzioni cerebrali, poiché è un’azione complessa che coinvolge non solo la componente affettiva della persona ma anche quella razionale. E’ dimostrato che l’ascolto della musica con un atteggiamento prevalentemente dominato dall’emotività provoca un netto aumento dell‘attività cerebrale nell’emisfero di destra, mentre un ascolto di tipo analitico-interpretativo, che si accompagna alla lettura dello spartito, produce un aumento della funzionalità a livello dell’emisfero di sinistra” (Marco Trabucchi in Lorenzetti L.M., 1984).

Bibliografia

BRIGHT R., Music in Geriatric Care, Angus and Robertson, Sydney, 1972.
ZUCCHINI G.L., Animazione musicale e disadattamento, Ed. Guaraldi, Rimini-Firenze, 1976.
LORENZETTI L.M. – PIATTI M., Musica adulti e terza età, Quaderni di Musica Applicata n°6, ED. Fonografiche e Musicali PCC, Assisi, 1984.
BONANOMI C. – GAJANI D. – VITALI M., Il giallo e il grigio. Animazione musicale e pensionati, Ed Clueb, Bologna, 1992.
PODERICO C., L’anziano. Nuove prospettive in psicologia, Ed. Liviana Medicina, Napoli, 1993.
DELICATI F., Il canto fa venire fuori il paese più in fretta. Esperienze di musicoterapica con gli anziani di una casa-alberg, Ed. Pro Civitate Christiana, Assisi, 1997.
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